I disturbi psicotici si sviluppano prevalentemente nel
periodo che intercorre fra la tarda adolescenza e la prima età adulta (fra i 16
ed i 34 anni), tuttavia si possono presentare quadri clinici ad esordio precoce
denominati Early Onset Schizophrenia (EOS) fra i 13 e i 18 anni oppure Very
Early Onset Schizoprenia (VEOS) con insorgenza prima dei 12 anni. I quadri
psicotici ad insorgenza precoce possono presentare difficoltà di diagnosi
differenziale con altri quadri clinici psicopatologici in età evolutiva, in
cui si possono manifestare sintomi simil-psicotici (come, per esempio, nel caso
del Disturbo Bipolare).
La ricerca e la
pratica clinica mettono in evidenza come un’individuazione tempestiva e un
intervento multidimensionale specifico, mirato alle fasi iniziali delle psicosi
schizofreniche (esordio ad alto rischio), possono prevenire un aggravamento
della patologia e della conseguente disabilità verso una irreversibile
compromissione.
Una crescente
attenzione è stata dedicata negli ultimi anni verso l’identificazione e
l’intervento precoci su giovani considerati a rischio ultraelevato di un primo
episodio psicotico (ultra-hight-risk, UHR). La terapia cognitivo-comportamentale
si è dimostrata essere la strategia di trattamento di prima linea in questi
casi, sebbene il numero di studi di efficacia sia ancora limitato. I gruppi di
giovani a UHR spesso, pur non facendo la transizione a psicosi conclamata, mostrano
uno scarso funzionamento in generale e sintomi secondari, come la depressione e
l’ansia. Anche il rimuginio, sebbene sia stato legato alla psicosi conclamata,
non è stato mai considerato negli studi di efficacia come oggetto di intervento
né come misura di esito.
Partendo dai
modelli teorici di riferimento per l’inquadramento generale e l’identificazione
precoce dei disturbi psicotici, tenendo conto degli aspetti di comorbidità
e di diagnosi differenziale con gli altri disturbi
psicopatologici in età evolutiva, verranno poi condivisi i principali criteri
di intervento terapeutico e farmacologico.
Nello specifico verrà
esposto un protocollo d’intervento cognitivo-comportamentale che contiene i
principali elementi considerati dalla letteratura internazionale per affrontare
gli esordi psicotici precoci, ma inserisce nel proprio manuale anche
procedure mirate deliberate ad affrontare altri sintomi secondari, come quelli
sopra delineati, che purtroppo contribuiscono a ridurre in modo significativo
il funzionamento dei giovani con UHR. Verranno anche brevemente mostrati gli
esiti del primo studio controllato e randomizzato italiano, mirato a valutare
l’efficacia di tale protocollo di
intervento.
Psicologi, psicoterapeuti, medici con specializzazione in psichiatria, neuropsichiatria infantile, psicologia clinica, neurologia, geriatria, medicina di comunità, medicina fisica e riabilitazione, docenti universitari e ricercatori settori M – PSY / 01-08.
Il webinar ha una durata di 12 ore suddivise in 2 giornate da 6 ore ciascuna.