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Test di valutazione del comportamento adattivo

I migliori test psicologici per valutare le capacità adattive e arrivare alla diagnosi di disabilità intellettiva o ritardo mentale.

Il calcolo del Quoziente Intellettivo non è sufficiente a stabilire se siamo in presenza di un ritardo mentale. Per arrivare a una corretta diagnosi di deficit cognitivo o disabilità intellettiva è essenziale valutare anche il comportamento adattivo.

Come componente essenziale nella diagnosi di ritardo mentale, il comportamento adattivo rappresenta la capacità della persona di adeguarsi agli standard di autonomia personale e responsabilità sociale che ci si aspetta dalla sua età e dal contesto culturale nel quale è inserita.

Scopri la selezione di test psicologici per valutare il comportamento adattivo dalla nascita all’età adulta. Tra questi le Vineland-II (Vineland Adaptive Behavior Scales) e le ABAS-II (Adaptive Behaviour Assessment System) sono tra quelle più comunemente utilizzate.  


Cosa si intende per comportamento adattivo?

Il comportamento adattivo può essere descritto come la capacità della persona di essere autonoma nella vita quotidiana  e in qualsiasi contesto sociale (in famiglia, a scuola e nella comunità). Questa capacità di “funzionare” nella società è correlata a capacità intrinseche (per esempio abilità cognitive e di apprendimento) e ad abilità acquisite e sviluppate durante la crescita.

Le capacità adattive si sviluppano durante l’età evolutiva e subiscono un declino con l’avanzare dell’età. Per questo motivo il comportamento adattivo non può essere valutato in senso assoluto, ma dipende dalla fascia di età e dal contesto di riferimento. Le capacità adattive sono espressione di una performance tipica. Questo significa che l’assessment deve tenere in considerazione: l’età della persona, l’ambiente socio-culturale nel quale è inserita e le relative aspettative sociali.

Come si misura il comportamento adattivo?

Le aree di indagine per misurare il comportamento adattivo di una persona sono:

  • Capacità di comunicazione
  • Cura di sé e igiene personale
  • Autogestione (inclusa l’autoregolazione)
  • Capacità di evitare situazioni pericolose che possano compromettere la propria salute e sicurezza
  • Abilità sociali e interpersonali, che si declinano nella capacità di interazione con adulti e con persone coetanee
  • Capacità di funzionamento nella vita in famiglia
  • Capacità di funzionamento a scuola e sul luogo di lavoro
  • Competenze accademiche funzionali
  • Uso delle proprie risorse nella vita comunitaria
  • Gestione del tempo libero

Che cos’è il ritardo mentale?

Il termine ritardo mentale è stato superato e progressivamente sostituito con quello di disabilità intellettiva.

Il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) fa rientrare la disabilità intellettiva all’interno della categoria dei disturbi dello sviluppo intellettivo. Questo deficit cognitivo compare solitamente durante l’età evolutiva ed è il risultato di un ridotto sviluppo e funzionamento cognitivo e adattivo.

Per diagnosticare il ritardo mentale è necessario valutare distintamente:

  • Le capacità cognitive, utili a misurare il funzionamento intellettivo ottenuto con la somministrazione di un test di intelligenza standardizzato, che misura il QI (come le Scale Wechsler). Siamo di fronte a un deficit cognitivo, quando il QI è inferiore a 70 punti.
  • Da solo, però, il QI non basta: è necessario che il QI inferiore alla media sia accompagnato dalla valutazione del funzionamento adattivo della persona.
  • All’interno del Manuale diagnostico dei disturbi mentali vengono descritti quattro livelli di gravità della disabilità intellettiva:
  • Disabilità intellettiva lieve (ritardo mentale lieve)
  • Disabilità intellettiva moderata (ritardo mentale moderato)
  • Disabilità intellettiva grave (ritardo mentale grave)
  • Disabilità intellettiva estrema (ritardo mentale gravissimo)


Quali sono le cause della disabilità intellettiva?

I fattori che determinano lo sviluppo di un ritardo mentale sono molteplici. Nella maggior parte dei casi non è possibile individuare un’unica causa decisiva. Tra i principali e possibili fattori rientrano:

  • Cause prenatali: anomalie genetiche, malformazioni cerebrali, errori congeniti nel metabolismo.
  • Cause perinatali: complicazioni del parto, malnutrizione, prematurità, ipossia.
  • Insorgenza di infezioni, traumi o malattie neurodegenerative durante l’età evolutiva.
  • Altri disturbi mentali gravi (come autismo).
  • Influenze ambientali come: mancanza di accudimento o di stimolazioni sociali e verbali.