La reboante rivoluzione digitale ha da tempo innescato
una silenziosa, ma dirompente, rivoluzione psicologica. Le nuove tecnologie
hanno, infatti, modificato il funzionamento del nostro cervello, trasformando
comportamenti e stili di vita.
Al cospetto di una metamorfosi di tale portata, i professionisti
della salute mentale (e figure di riferimento quali genitori, insegnanti,
manager e politici) sono chiamati a sviluppare una nuova consapevolezza sui
rischi psicofisici, relazionali e sociali e, al tempo stesso, sulle opportunità
benefiche per la mente, derivanti dalle piattaforme e dai dispositivi digitali
odierni.
Storicamente, discipline come la psicologia e la
psichiatria hanno tenuto a debita distanza la tecnologia, spesso considerata
disumanizzante e antitetica al rapporto d’aiuto, ma l’impulso delle
neuroscienze, le nuove lauree a tema psicodigitale, l’ampia disponibilità di
device, gli ingenti investimenti nel settore della salute mentale digitale,
impianti normativi che spingono verso innovative terapie digitali e, non
ultima, la pandemia, stanno contribuendo a trasformare definitivamente questo
rapporto.
Il crescente sviluppo di servizi tecnologici per il
benessere psicologico e il cambiamento positivo, accessibili a una popolazione
sempre più vasta, stanno generando inediti paradigmi di supporto che promuovono
il coinvolgimento attivo nei percorsi di cura e nuove stimolanti professioni
interdisciplinari, potenzialmente in grado di avviare un’era di innovazione
terapeutica senza precedenti.