La valutazione precoce del linguaggio
Introduzione
In questo articolo affronteremo le tappe dell'acquisizione del linguaggio, dalla comprensione dei suoni a quella delle frasi. Parleremo infine delle caratteristiche delle COVER, lo strumento per la valutazione precoce della comprensione verbale nella prima infanzia.
1. Tappe dello sviluppo della comprensione del linguaggio
Per apprendere il linguaggio a cui è esposto – la lingua naturale parlata nell'ambiente familiare – il bambino deve imparare a:
discriminare i suoni linguistici caratteristici della propria lingua, ovvero i fonemi, suoni emessi dall'apparato fonatorio dotati di capacità distintive gli uni rispetto agli altri e che rappresentano l’unità minima che il cervello umano è in grado di percepire;
isolare dal flusso del parlato le unità di parola e associarle a un significato (oggetto, evento, azione);
capire che le parole di una frase descrivono gli eventi del mondo che lo circonda e quindi associarle a oggetti e azioni e comprendere che le relazioni tra le parole possono rispecchiare le relazioni del mondo reale, ad esempio azione-oggetto (“mangia pappa”);
scoprire i principi che governano le combinazioni delle diverse classi di parole, fino a catturare il significato delle frasi.
2. Dalla discriminazione dei suoni alla comprensione di parole
Nonostante le enormi differenze tra una lingua e l’altra, le tappe fondamentali di acquisizione del linguaggio hanno luogo più o meno alla stessa età nei bambini di ogni parte del mondo.
A partire dagli 8 mesi circa, il cervello infantile inizia una sorta di elaborazione statistica sul tipo di suoni presenti all'inizio e alla fine di ogni vocabolo, secondo i principi della lingua naturale a cui è esposto, cominciando così a separare le diverse unità di parola nel flusso del parlato.
I bambini cominciano a capire che certi suoni si accompagnano regolarmente alla comparsa di persone, oggetti e a particolari avvenimenti, e che alle stesse sequenze di suoni corrispondono sempre gli stessi eventi.
Con il ripetersi di queste esperienze, intorno agli 8-10 mesi i lattanti scoprono gradualmente il significato delle parole e progressivamente imparano a riconoscerle.
La capacità di discriminare i suoni della propria lingua è alla base della comprensione verbale.
La perdita selettiva nella capacità di discriminazione dei suoni di lingue non native, che si manifesta intorno agli 8 mesi di vita, segna l’inizio della comprensione del linguaggio e si associa al riconoscimento dei contorni intonativi tipici della propria lingua e alla comparsa delle prime forme di lallazione.
L’ampiezza del lessico recettivo medio di un bambino di 10 mesi è di circa 58 parole, arriva a 128 parole circa a 13 mesi, e a oltre 200 parole a 16 mesi, con un andamento caratterizzato da un anticipo della comprensione dei nomi rispetto a quella dei verbi.
3. Dalla comprensione di parole alla comprensione di frasi
La ricerca ha messo in evidenza che inizialmente la comprensione del bambino si basa su una varietà di strategie non linguistiche per decodificare le richieste verbali (Bates et al., 1984; Chapman e Kohn, 1978; Chapman e Miller, 1975; Miller et al.,1980).
Nell'interazione tra bambino e adulto, la ripetizione di routine e situazioni familiari associate a “variazioni sul tema” graduali (ad es., sostituzione di alcune parole o modifica degli schemi di gioco) facilita l’apprendimento, aiutando il bambino a fissare l’esperienza, a fare attenzione alle somiglianze e alle differenze, a riconoscere la novità e soprattutto ad anticipare, cioè imparare a prevedere o indovinare ciò che succederà.
Nel contesto naturale i genitori accompagnano le parole con segnali quali lo sguardo e l’intonazione, mostrano e indicano l’oggetto su cui vogliono che il bambino compia l’azione.
Inoltre l’adulto utilizzando il motherese tende inconsapevolmente a suddividere la frase in unità più piccole e a sottolineare gli elementi più rilevanti attraverso modulazioni della prosodia, allungamento delle pause, ripetizione e riformulazione dell’enunciato, modalità che facilitano l’identificazione delle parole all'interno del flusso continuo del parlato.
All'inizio la comprensione di enunciati è strettamente legata alle situazioni e il bambino risponde solo a ordini che si riferiscono ad abitudini ben esercitate (come Batti le manine, Fai ciao, Com’è la pappa?); impara ad esempio che Ciao viene pronunciato ogni volta che qualcuno va via, o che Ecco il latte si accompagna all'arrivo della mamma con il biberon.
4. Caratteristiche delle Prove COVER
Partendo da queste premesse, nella costruzione delle prove COVER si è tenuto conto non solo delle componenti linguistiche, ma anche dei presupposti cognitivi, che in età precoce sono indissociabili dal linguaggio.
Per questo motivo la prima parte delle COVER valuta la comprensione di routine, in quanto prime forme di comprensione frasale che si basano su un riconoscimento globale, in cui azione e parola non sono ancora separabili.
Anche la comprensione delle relazioni tra le parole di una frase all'inizio del secondo anno di vita risulta influenzata da cosa il bambino conosce del mondo, poiché è basata più su strategie semantiche e sulla probabilità dell’evento piuttosto che su strategie di tipo linguistico, come l’ordine delle parole.
In questa fase è molto difficile distinguere ciò che l’adulto ritiene il bambino capisca da ciò che questi comprende effettivamente, in quanto, come detto, il setting naturale fornisce tracce multiple per l’interpretazione delle frasi.
A partire dalla metà del secondo anno di vita si osservano progressi importanti nello sviluppo della comprensione, poiché il bambino comincia a fare attenzione non solo al significato delle singole parole, ma ai rapporti tra di esse e quindi agli aspetti più propriamente linguistici.
Inoltre, durante questa fase diventa sempre più capace di capire anche al di fuori degli ambienti conosciuti e dei contesti abituali.
Le capacità recettive evolvono infatti da una comprensione situazionale a un sistema rappresentazionale con simboli arbitrari che non hanno più somiglianza percettiva con i loro referenti.
Basandosi su queste assunzioni teoriche, le COVER valutano la comprensione non soltanto di richieste probabili, basate su indizi non linguistici, ma anche di richieste improbabili, la cui decodifica è specificamente linguistica.
Tra 24 e 30 mesi aumenta infatti progressivamente la capacità di comprendere combinazioni sintattiche non strettamente legate all'esperienza quotidiana, che implicano sul piano della rappresentazione cognitiva un decentramento dell’azione.
In questo periodo emerge anche la comprensione di alcune relazioni spaziali (ad es., dentro, sopra ecc.), mentre quella delle preposizioni locative è ancora fortemente legata alla concettualizzazione dello spazio da parte del bambino e ai rapporti usuali degli oggetti fra loro.
Per questo, le prove includono preposizioni locative semplici (come “sul”, “nel”, “sotto”, “fuori”) in espressioni non usuali, per accertarsi del fatto che il bambino decodifichi su base linguistica (ad es., si chiede di mettere “la macchina nel piatto”, e non “il cucchiaino nella tazza”, che è un’espressione riferita a un’azione usuale facilmente decodificabile in base all'esperienza).
Studi condotti soprattutto su bambini inglesi hanno inoltre dimostrato che tra i 24 e i 36 mesi il bambino impara a rispondere in modo appropriato a frasi attive soggetto-verbo-oggetto ed è sensibile all'ordine delle parole, prima in enunciati di due parole (Bates et al., 1984; Golinkoff e Hirsh-Pasek, 2001) e successivamente in enunciati più lunghi.
Le prove COVER testano le capacità di comprensione fino a questo stadio di sviluppo, colmando una lacuna importante.
Bibliografia
Anna Maria Chilosi Lucia Pfanner Paola Cipriani, COVER Prove di Comprensione Verbale nella Prima Infanzia Manuale, © 2018, Giunti Psychometrics S.r.l. – Firenze
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