1)  La cultura femminista e post-femminista ha lasciato in eredità il concetto, talvolta stereotipato e portato all'eccesso, che la riduzione della donna a un mero oggetto sia opera degli uomini. Qual è il suo punto di vista in merito a ciò?



Credo che le donne siano per secoli cresciute con l’idea di essere oggetto da parte di una cultura maschilista, ma loro stesse si sono poi fatte oggetto, schiacciate da condizionamenti e inibizioni derivanti dalla cultura dominante, dall'educazione ricevuta, dalle tradizioni religiose, dalla legislazione, dagli stereotipi di genere e addirittura dalle fiabe, che attraverso un linguaggio evocativo e simbolico esprimono verità profonde e culturalmente condivise e hanno a lungo condizionato le bimbe indicando cosa ci si aspettava da loro.



2)  Com'è cambiata la vita, l'immagine interiore, la sessualità della donna negli ultimi decenni?

  


Negli ultimi decenni l’identità di genere maschile e femminile si è dovuta confrontare con una società in rapida trasformazione, in cui gli stereotipi di genere sono stati in parte sconfessati, soprattutto quelli riguardanti le donne. 


Grazie alle lotte femministe e all'approvazione di importanti leggi che hanno combattuto le forme più eclatanti di discriminazione, le donne sono entrate di diritto in ambiti di interesse tradizionalmente maschile, come il mondo dell’istruzione, specialmente superiore e universitaria, e l’ambito della carriera. 


Così, oltre alla tradizionale cura della famiglia, dei figli, dei genitori anziani, sono impegnate ad affermarsi in diversi ambiti lavorativi, senza tralasciare, tuttavia, la cura di loro stesse, cercando di apparire sempre belle ed eleganti. 


La donna del terzo millennio subisce, quindi, innumerevoli pressioni che, nella maggioranza dei casi, generano angoscia, tensioni, stress, un vissuto di frustrazione e una costante ansia da prestazione. La donna di oggi ha infatti bisogno di dimostrare di valere, di farcela da sola e di eguagliare l’uomo in tutto. 


Tutti questi cambiamenti hanno permesso anche la rivendicazione dell’esistenza del piacere femminile e del diritto a ricercarlo ed è quindi, per gran parte delle donne delle giovani generazioni considerato normale vivere liberamente la propria sessualità, tanto da mettere in crisi il classico modello della sessualità maschile. 


Le donne di oggi ricercano l’autonomia sessuale e una sessualità più piena e libera, affrancata dagli obblighi tradizionali: desiderano ricevere piacere, non solo procurarlo. 



3) L'immagine tipica della donna di oggi, trasmessa in buona parte dai mass media, è quella di una donna in carriera, sempre impegnata, divisa tra lavoro e famiglia, che cerca di farsi strada in un mondo maschile. In relazione a questo fenomeno, possiamo parlare di mascolinizzazione della donna di oggi?



Assolutamente sì! Oggi la donna esprime tratti considerati finora di esclusiva pertinenza maschile: l’indipendenza, la competitività, la razionalità, il potere.


Le stesse donne considerano le caratteristiche femminili di ascolto, creatività, dolcezza, mediazione, un limite, più che una risorsa.


Anche la sessualità risente, assai spesso, di un fenomeno di mascolinizzazione: le donne odierne prendono più facilmente l’iniziativa nell'avviare un gioco di seduzione, decidono di praticare una sessualità priva di coinvolgimento emotivo, spesso hanno più partner sessuali e sono più disinibite di un tempo nell'avere rapporti con altri partner, anche quando sono sentimentalmente legate.


Aumentano le donne single per scelta, che dedicano tutta la loro vita alla carriera e scelgono di avere rapporti sessuali senza stabilire legami duraturi, che si contornano di amicizie di letto e soprattutto, tra le giovanissime, gli incontri dediti alla sola sessualità sono sempre più frequenti, avendo assimilato un modello maschile e una concezione della sessualità improntati all'usa e getta.



4)  Nonostante un avvicinamento sempre più marcato della donna all'universo maschile, vale ancora una "doppia morale"?



Negli ultimi cinquant'anni la morale sessuale si è molto alleggerita per uomini e donne, tuttavia permane una certa differenza nel giudicare i due sessi, in particolare rispetto ai comportamenti erotici e sessuali.


Le donne infatti possono essere giudicate più negativamente rispetto agli uomini  per aver avuto rapporti sessuali con numerosi partner nel loro passato, per avere rapporti sessuali occasionali al di fuori di una relazione stabile o per aver avuto esperienze sessuali in età precoce. Come a voler sottolineare che la sessualità femminile debba essere più moderata e discreta.

Tanti sono gli uomini che accettano e sono ben lieti che la propria donna sia oggi più consapevole della propria sessualità ma ancora troppi sono coloro che, probabilmente incapaci di confrontarsi con donne dalla sessualità attiva e consapevole, giudicano le donne in base alla loro esperienza. 


Ne consegue che molte di loro si convincono di doversi uniformare al modello maschile di donna asessuata, di donna-bambina o di donna-angelo, alla norma sociale che attribuisce loro una sessualità discreta e monogamica. E che tendano ancora a negare le proprie pulsioni sessuali e sviluppino nel tempo un atteggiamento di rifiuto o di repressione della propria vita sessuale, della loro capacità e possibilità di provare piacere.


È evidente che la legittimazione del piacere femminile, della libertà di ricercarlo e di viverlo è una conquista di civiltà non ancora compiuta.




5) Quali sono i desideri della donna odierna?



Esistono di certo dei desideri eterni: da sempre le donne ricercano relazioni coinvolgenti e rassicuranti, vogliono sentirsi amate e sapere di poter contare sulla lealtà del loro legame emotivo, hanno bisogno di parole d’amore ma anche di essere corteggiate, gratificate e ammirate. 


La donna desidera essere rassicurata costantemente sul sentimento del partner, attraverso parole, gesti, vicinanza. Ama essere coccolata, baciata e accarezzata, ma non esclusivamente con una finalità di tipo sessuale.


Agogna un uomo fedele che non violi il patto di esclusività della coppia e non la esponga alla ferita narcisistica di vedersi preferita un’altra donna, magari più giovane.


Oggi però la donna, essendo più selettiva, ricerca anche un compagno che abbia qualche particolarità, che eccella in qualcosa e, benché possa provare attrazione sessuale anche verso un uomo qualunque, è più frequente che resti colpita da colui che si distingue per le sue doti intellettuali, per esempio, o per una smagliante propensione alla conversazione brillante e alla socievolezza.


Desidera un uomo che sia disposto a condividere con lei, che sappia confrontarsi nei discorsi, ascoltandola e comunicando, un uomo che sia presente e disponibile nell'organizzazione della quotidianità e nell'accudimento dei figli, ma che sia anche compagno di un progetto di crescita. Essenziale è che la donna si senta libera di esprimersi e accettata per come è, anche fisicamente, accettata nella sua corporeità, anche se non perfetta e non corrispondente ai sex symbol proposti dai mass media.


Desidera inoltre di non essere giudicata, specie se esprime il suo desiderio. Essendo più consapevole della propria sessualità rispetto a un tempo, desidera maggiore intimità fisica e se i preliminari sono importanti, lo è ancor di più ciò che li precede nell'ambito relazionale, i “preliminari dei preliminari”.


Ricerca gratificazione, appagamento del piacere e del benessere sessuali e necessità di un erotismo più diffuso, olfattivo, tattile, propriocettivo, viscerale e intriso di emotività. 



6)  Quali consigli può offrire alle donne di oggi per vivere a pieno la loro vita, la loro femminilità, la loro sessualità?



Data l’incertezza identitaria della donna, scaturita dall'aver voluto somigliare troppo agli uomini dal punto di vista fisico, sessuale, comportamentale, è importante arrivare a definire i contorni e i contenuti di nuova identità femminile proprio partendo dal presupposto che le donne possono e devono essere pari agli uomini, ma che ciò non significa che debbano essere uguali a loro.


Il suggerimento più importante è, a mio parere, il recupero della femminilità! 


Le donne dovrebbero diventare consapevoli di avere sconfitto principi azzurri e padri padroni ma anche di non avere bisogno di superpoteri. Quelli che spesso, fino a oggi, sono stati considerati tratti di debolezza, dovrebbero diventare punti di forza. 


L’uniformazione a tutti i costi è un rischio e uno spreco. Le donne del terzo millennio dovrebbero sentirsi libere di essere sé stesse, nella parità ma soprattutto nelle differenze! Si potrebbe recuperare una forma di seduzione non finalizzata ovviamente al raggiungimento di obiettivi materiali, ma come naturale desiderio di piacere, di interessare e di essere considerate per ciò che si è. 


Possiamo mostrarci nella nostra essenza e non per quello che l’altro vorrebbe che fossimo, rischiando anche di non venire scelte ma comunque proponendoci appunto per ciò che siamo, consapevoli degli inevitabili limiti ma pure delle risorse meravigliose di cui le donne dispongono.


Inoltre, la donna dovrebbe essere assertiva, capace di farsi valere senza né essere prevaricata né prevaricare. Sarebbe estremamente importante acquisire uno stile comunicativo che le consenta di esprimersi e di risolvere le problematiche, senza essere passiva o aggressiva. Ciò è possibile mediante la conoscenza di sé, dei propri diritti ma anche grazie all'educazione ai sentimenti e alle emozioni.


Le donne dovrebbero pensarsi come persone in diritto di godere del proprio corpo e della sessualità e considerarsi esseri orgasmici. Per provare piacere è necessario concederselo e pensare di meritarlo! Per cui è essenziale acquisire un’autostima erotica, cioè la consapevolezza positiva della propria sfera erotica


Solo così si può imparare a far emergere i propri bisogni e desideri. Partire dalla conoscenza di sé stesse per rivendicare il diritto a godere del proprio corpo. 


Il suggerimento è che le donne inizino da una conoscenza di base della loro anatomia, della fisiologia del piacere, dell’influenza che hanno le componenti affettive e relazionali sulla loro sessualità, con lo scopo di facilitare una vita sessuale attiva e appagante. 


In definitiva, il piacere femminile è un diritto!




Note sull'autrice



Ilaria Consolo, potentina di nascita, è psicologa e psicoterapeuta psicodinamica, e svolge attività clinica e di supervisione clinica a Roma e a Potenza. Sessuologa clinica, è vicepresidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS) di Roma, presso il quale è responsabile dei tirocini e docente nel master biennale in psicosessuologia. Da anni lavora con adulti e adolescenti vittime di abusi sessuali o maltrattamenti ed è giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Potenza. Particolarmente interessata alla sfera della femminilità, è attualmente impegnata in lavori sullo stalking, il femminicidio e lo squirting. Specialista in dipendenze, è responsabile scientifica e didattica del corso sulle dipendenze patologiche presso l’IISS.