Misurare l'impatto delle tecnologie mobili sul funzionamento cognitivo: sogno o realtà?
Introduzione
Studiare l’impatto delle recenti tecnologie mobili sulle funzioni cognitive umane è una delle grandi sfide a cui la ricerca si sta dedicando negli ultimi decenni. I dispositivi mobili occupano un ruolo così centrale nella vita degli individui che risulta molto difficile per gli studiosi e i ricercatori progettare e impiegare nelle loro ricerche metodi sperimentali dai risultati incontrovertibili.
Nonostante queste difficoltà, vedremo quali sono i risultati forniti dai più recenti studi in materia, valutandone i limiti e proponendo un possibile scenario di indagine futura.
Dispositivi mobili e attenzione
Una delle dimensioni nelle quali è possibile notare il forte impatto che la tecnologia mobile ha nella vita quotidiana delle persone attiene al modo in cui essa può interferire con le attività mentali e fisiche in corso, deviandone o interrompendone il flusso.
Si distinguono due tipologie di interruzioni di attività in corso, una interna e una esterna. Le interruzioni interne si verificano quando i pensieri e le azioni dell'utente che sta usando un dispositivo mobile si spostano da un’attività all'altra, all'interno del dispositivo stesso. Gli studi che esaminano tali interruzioni hanno rilevato che il completamento di un’attività all'interno di un'applicazione può essere ritardato fino al 400% dall'interruzione di un'altra applicazione.
Inoltre, la ricchezza e la qualità delle informazioni distrattive sembrano influire proporzionalmente sulla durata dell’interruzione.
Le interruzioni esterne si verificano quando alcuni segnali ambientali catturano l'attenzione dell'utente. È importante sottolineare che i dispositivi mobili sono in grado di interferire con l'attenzione focalizzata anche quando l'utente tenta di ignorarli. In uno studio pubblicato di recente, ad esempio, i ricercatori hanno dimostrato che l'esposizione alle notifiche e agli avvisi riduce significativamente le prestazioni di un individuo impegnato in un compito basato sull'attenzione.
Gli effetti negativi della tecnologia mobile sui livelli di attenzione sono particolarmente preoccupanti in situazioni in cui essa è cruciale per la sicurezza, come nel caso di guida distratta.
Nel corso degli ultimi 12 anni, un consistente lavoro ha preso in considerazione gli effetti degli sms sulle abilità di guida. I ricercatori hanno concluso che l'atto di scrivere messaggi di testo influisce su quasi ogni caso attestato di guida pericolosa. Da tale studio è emerso che gli sms diminuiscono drasticamente i livelli di attenzione alla guida, dilatano i tempi di risposta ai pericoli e pongono in essere condizioni favorevoli al verificarsi degli incidenti.
Questi risultati sono particolarmente preoccupanti tenendo conto del fatto che il 31% degli adulti intervistati nel 2011 e il 42% dei conducenti adolescenti intervistati nel 2015 hanno riferito di aver letto o inviato messaggi di testo durante la guida negli ultimi 30 giorni.
Dispositivi mobili e memoria
I dispositivi mobili permettono alle persone di accedere ovunque, in modo costante, economico e in tempi rapidi, a un database infinito di informazioni e conoscenza collettiva.
Anziché costituire un vantaggio, come a prima vista ci si potrebbe aspettare, questa opportunità sembra, al contrario, rappresentare una minaccia al buon funzionamento del sistema mnemonico umano.
Le ricerche recenti dimostrano che l'aspettativa di un accesso successivo alle informazioni può rendere gli individui meno inclini a codificare e memorizzare le stesse nella memoria a lungo termine. Un recente studio ha evidenziato che le persone che si identificano come utenti esperti di tecnologia mobile mostrano "stili cognitivi" meno analitici e prestazioni inferiori nelle indagini cognitive.
Un'altra preoccupazione legata allo "scaricamento" della memoria semantica in un dispositivo tecnologico riguarda l'impatto dei sistemi di mappatura GPS sulla capacità umana di orientarsi. È stato ipotizzato infatti che la costante dipendenza dai sistemi di navigazione GPS interferisca con la naturale tendenza a sviluppare rappresentazioni spaziali, andando a ledere questa antica capacità dalle connotazioni quasi “istintive”.
Dispositivi mobili e ritardo nell'elaborazione della gratificazione
L’attuale generazione di bambini e adolescenti sembra meno capace di attendere le gratificazioni, in parte, come dimostrano gli studi più recenti, a causa del contatto costante con le tecnologie portatili e, nello specifico, di un utilizzo massivo dei social network.
I bambini e gli adolescenti, cresciuti in un rapporto di totale simbiosi e dipendenza da tali dispositivi, sono sempre più ansiosi e desiderosi di ricevere una gratificazione immediata, “pronta alluso”. Un esempio di tale circolo vizioso di attesa e aspettativa è riscontrabile nel meccanismo dei “mi piace” e delle interazioni, due componenti fondamentali del funzionamento delle piattaforme social.
A sostegno di tali considerazioni una ricerca recente ha evidenziato che il ricevere molti "mi piace" alle proprie fotografie sui social è correlato a un’aumentata stimolazione del meccanismo di regolazione della ricompensa nell'area deputata all'interno del cervello.
La stessa situazione è stata messa in luce da alcune ricerche condotte con la neuro-immagine funzionale, che hanno evidenziato come i circuiti neurali implicati nell'elaborazione della ricompensa sono coinvolti e attivati in modo evidente quando si svolgono attività e azioni sui social media.
Dispositivi mobili e funzionamento cognitivo
Studi passati e recenti sottolineano una forte correlazione tra uso dei dispositivi tecnologici e i disturbi del sonno. In generale, il posizionamento di dispositivi elettronici luminosi in prossimità del luogo di riposo, come i televisori o i computer, può influire negativamente sulla normale capacità di addormentarsi.
Nello specifico i dispositivi mobili sembrano aggravare la situazione perché, molto spesso, le persone ripongono i propri dispositivi portatili al loro capezzale, usandoli spesso come sveglie. Sulla base di un recente sondaggio, oltre il 70% degli americani segue questo modello comportamentale.
Un recente studio volto a dimostrare la presenza di un legame tra cattivo sonno e uso dei dispositivi mobili evidenzia che l’insonnia potrebbe essere un mediatore importante nella correlazione tra uso di tecnologie mobili e sintomi depressivi.
Allo stesso modo, in uno dei primi studi che collegava i sintomi d'ansia, le abitudini tecnologiche e il funzionamento cognitivo, i ricercatori hanno rilevato che limitare l'accesso delle persone alla posta elettronica riduce l'ansia generale e migliora il livello di attenzione.
Vivendo in un mondo digitalizzato gli individui sentono un bisogno via via crescente di accedere ai loro dispositivi. Alcuni ricercatori hanno definito questo fenomeno dell'arto fantasma. Parimenti, la sindrome da vibrazione fantasma descrive un fenomeno comunemente esperito in cui le persone percepiscono una vibrazione anche in assenza di essa.
Visto il crescente grado di attaccamento degli individui ai propri dispositivi mobili, i ricercatori hanno iniziato a studiare il grado in cui la separazione dal proprio dispositivo può causare sintomi di ansia. Uno studio recente ha evidenziato che i livelli di ansia dei soggetti dell’indagine erano più alti quando erano separati dai loro telefoni e più bassi quando i telefoni erano in loro possesso.
Tuttavia, non vi sono dati sufficienti per stabilire una diretta correlazione tra ansia e sentimento di separazione dal dispositivo mobile. Risultati simili infatti potrebbero emergere in relazione ad altri oggetti di elevato peso affettivo.
Conclusioni
Come dimostrato dai recenti studi in materia, le moderne tecnologie mobili godono del potenziale necessario per influenzare una vasta gamma di domini cognitivi, tuttavia la ricerca empirica sugli impatti diretti di tali tecnologie è, ad oggi, a uno stadio poco più che embrionale.
Ciò è facilmente comprensibile alla luce della giovane età e della continua evoluzione delle tecnologie analizzate.
Pertanto, diviene di fondamentale importanza massimizzare gli sforzi per rendere i processi strutturali alla base delle ricerche scientifiche sempre più empirici, aumentando di conseguenza l’affidabilità dei risultati.
Ulteriori indagini potrebbero portare alla luce una rinnovata consapevolezza e una più profonda sensibilità nei confronti di una delle tematiche, quella della dipendenza da apparecchi tecnologici, che assumerà un ruolo sempre più importante in ambito clinico e psicoterapeutico.
Articolo originale e riferimenti bibliografici: “Smartphones and Cognition: A Review of Research Exploring the Links between Mobile Technology Habits and Cognitive Functioning” di Henry H. Wilmer, Lauren E. Sherman, Jason M. Chein in Frontiers in Psychology, Aprile 2017