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Sebbene siano strettamente correlate, competenza emotiva e competenza sociale sono costrutti psicologici distinti. La competenza emotiva è l’insieme delle abilità che ci consentono di:
Lo sviluppo della competenza emotiva è quindi possibile solo
grazie all’interazione con gli altri. Lo sviluppo della competenza sociale,
infatti, va di pari passo con lo sviluppo della competenza emotiva.
Questa serie di capacità si forma a partire dall’infanzia e si struttura con l’età evolutiva e, una volta formata, si mantiene anche durante l’età adulta. Grazie alla competenza sociale siamo capaci di costruire e gestire le relazioni, favorire scambi comunicativi costruttivi e attivare dinamiche di problem-solving.
L’identificazione precoce di deficit di sviluppo e di
funzionamento dellecompetenze socio-emotive consente di attivare interventi
di alfabetizzazione emozionale e di educazione emotiva.
I test psicologici di valutazione delle competenze emotive e sociali sono indispensabili in casi di: bullismo, gestione della rabbia e dello stress, valutazione dell’intelligenza emotiva, analisi di dinamiche genitoriali e familiari.
Susan A. Denham ha definito la competenza emotiva come composta da tre elementi interconnessi:
Lo sviluppo della competenza emotiva presuppone l’acquisizione di un insieme di abilità pratiche in tutte queste aree di relazione con sé stessi e con le altre persone. Questa definizione rimarca la natura sociale delle emozioni e fa emergere un aspetto fondamentale dello sviluppo di una buona competenza emotiva: la consapevolezza.
Gli esseri umani nascono come esseri emotivi. La sede delle emozioni è il cervello limbico, che si trova al confine (nel limbo, appunto) tra cervello e tronco encefalico (Paul D. Maclean). Però, il bagaglio emozionale di cui siamo provvisti fin dalla nascita è destinato a rimanere grezzo, se non si sviluppa la consapevolezza delle emozioni. Solo grazie all’auto-consapevolezza le persone imparano a provare empatia, relazionarsi con gli altri, instaurare rapporti interpersonali funzionali e positivi.
La famiglia svolge un ruolo centrale nello sviluppo
della competenza emotiva. Siamo biologicamente programmati per provare ed
esprimere le emozioni. Esiste però una moltitudine di fattori che condizionano
lo sviluppo dell’abilità di provare, esprimere, riconoscere e gestire le
emozioni.
Un aspetto comune a tutte le teorie sul funzionamento
delle emozioni riguarda l’idea che queste si modifichino ed evolvano con
l’età. Quando si è piccoli si passa dai primi sorrisi sociali a emozioni sempre
più complesse e si impara a reagire agli stati emotivi, in base alle
reazioni osservate nelle altre persone. Se il riconoscimento delle emozioni
è un processo precoce, non lo è altrettanto la comprensione del loro
significato.
Per compiere questo sviluppo è necessario uno sviluppo ulteriore di competenze cognitive e sociali. L’interazione sociale è sempre occasione di apprendimento emotivo, perché dà la possibilità di sperimentare un ventaglio più ampio di emozioni.
L’idea che si possa misurare il funzionamento
socio-emotivo è relativamente recente. Solo negli anni ‘80 si è iniziato a
riferirsi allo sviluppo emotivo con il termine di competenza emotiva.
Questo perché misurare le emozioni è compito decisamente più complesso rispetto
alla misurazione dell’intelligenza e delle capacità cognitive.
Le teorie cognitive vedono l’emozione come un fenomeno
processuale, in cui le abilità cognitive svolgono un ruolo centrale. Le
emozioni, però, sono soprattutto un fenomeno sociale, legato
all’interazione e all’ambiente, per questo la loro interpretazione dipende
sempre dal contesto nel quale vengono espresse.