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I disturbi di linguaggio sono i problemi di sviluppo
che si riscontrano più frequentemente nell’età evolutiva. Identificare
tempestivamente la presenza di un disturbo del neurosviluppo legato al
linguaggio è importante per valutare l’impatto negativo sul successivo
sviluppo delle competenze del bambino.
I test per la valutazione del linguaggio sono
indispensabili per procedere a una diagnosi precoce. Identificare
tempestivamente un disturbo del linguaggio e della comunicazione può infatti
facilitare la pianificazione di trattamenti riabilitativi mirati ed
evitare una eventuale evoluzione in Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).
* Collisson et al., 2016; Hawa e Spanoudis, 2014; Marini et al., 2018; Rescorla, 2011
Il DSM-5 include all’interno dei Disturbi del
neurosviluppo anche i disturbi della comunicazione. A sua volta, il Disturbo
del linguaggio è una sotto-categoria del Disturbo della comunicazione.
Il disturbo del linguaggio si definisce come una “persistente difficoltà nell'acquisizione e nell'uso di diverse modalità di linguaggio (parlato, scritto o gestuale) dovuta a deficit di comprensione o produzione”, che comprendono:
All’interno della categoria generale dei disturbi della comunicazione, oltre al disturbo del linguaggio, si fa riferimento a un insieme eterogeneo di deficit:
Differenza tra Disturbi primari (o specifici) del linguaggio e Disturbi secondari del linguaggio
Comunemente il disturbo del linguaggio viene chiamato Disturbo
Specifico del Linguaggio (DSL), traduzione italiana di Specific
Lenguage Impairment (SLI). La Consensus Conference ha proposto, al suo
posto, l’utilizzo dell’etichetta diagnostica Disturbo Primario del
Linguaggio (DPL).
Infatti, numerose evidenze scientifiche suggeriscono che “al
disturbo linguistico si associano frequentemente difficoltà cognitive di varia
natura, che si manifestano in modo diverso nelle diverse fasi evolutive”,
come: gestione della memoria procedurale, controllo motorio, memoria di lavoro
fonologica e funzioni esecutive. I disturbi specifici del linguaggio (DSL) sono
primari, poiché non dipendono da altre condizioni mediche o patologiche.
I Disturbi del linguaggio secondari sono, invece,
solitamente associati a: lesioni cerebrali, malattie infettive, traumi
o altre condizioni fisiche patologiche. In questo senso il deficit
di linguaggio è conseguenza di patologie e considerato, appunto, sintomo
secondario.
Nella fascia di età 18-36 mesi, si registra un 11% di late
talkers*: bambine e bambini che mostrano cioè un ritardo nella comparsa
del linguaggio espressivo. Nel 70% dei casi siamo di fronte a late
bloomers: la comparsa in ritardo del linguaggio è una condizione
che migliora entro i 3 anni di età. Nei restanti casi (5-7% della popolazione)
lo sviluppo del linguaggio e il recupero spontaneo sono rari e si parla di
disturbo primario del linguaggio.