La
GAP-T valuta la competenza nell’uso di oggetti di impiego quotidiano in età precoce, per
individuare tempestivamente la presenza di difficoltà prassiche. Le prove, ideate pensando ad
azioni della vita quotidiana del bambino, quali vestirsi, mangiare, attività di gioco, abilità costruttive, grafismo, abilità con la palla, non riguardano soltanto le funzioni motorie, ma anche quelle cognitive e visive, e l’integrazione fra queste. Esse coinvolgono la
capacità imitativa, coordinazione, la rappresentazione mentale delle azioni, la capacità di “pensare” ed “eseguire” sequenze più o meno articolate.
STRUTTURA
La
GAP-T è composta da
45 prove, utilizzabili in ambito scolastico e riabilitativo, ordinate secondo un criterio di regolarità e gradualità delle acquisizioni prassiche, e suddivise in
9 fasce d’età corrispondenti ad un intervallo di 6 mesi l’una, da 1 anno ai 5.6 anni, con un periodo particolarmente informativo tra i 2 e i 4 anni.
Il test, oltre alla determinazione di un
livello prestazionale del bambino, permette un’
analisi qualitativa della funzione indagata, fornendo utili indizi sul suo stile operativo, cioè sulla modalità di procedere nella risoluzione del compito, sulle
strategie adottate e sulla capacità di sfruttare una facilitazione data dall’operatore per ampliare la prestazione (si assegnano punteggi distinti per l’
Esecuzione autonoma e per l’
Esecuzione con facilitazione).
In questo modo, lo strumento offre indicazioni utili alla progettazione di interventi riabilitativi. CARATTERISTICHE CHIAVE
• Delinea il profilo di funzionamento del soggetto, evidenziando eventuali difficoltà motorio-prassiche.
• Distingue fra due livelli diversi di prestazione (esecuzione autonoma e con facilitazione).
• Copre un ampio periodo cronologico e permette l'indagine preventiva all’interno della scuola dell’infanzia.
È UTILE PER
- Nel campo della prevenzione per rilevare il livello di sviluppo della competenza prassica raggiunto dal bambino e per individuare precocemente un eventuale ritardo di sviluppo delle abilità prassiche, verificando l’evoluzione delle stesse.
- In ambito clinico, sia a fine valutativo che riabilitativo, per esaminare bambini con un disturbo nell’area neuropsichiatrica (disturbi del linguaggio e dell’attenzione e iperattività, sindromi genetiche, ritardo cognitivo, disturbi generalizzati dello sviluppo e della coordinazione motoria, ritardo psicomotorio, patologie neuromotorie di grado lieve-moderato).
- Effettuare uno screening clinico longitudinale di bambini appartenenti a popolazioni a rischio, come ad esempio i prematuri.