Burnout: sintomi e intervento
Analizzeremo la Sindrome del Burnout e forniremo indicazioni sugli strumenti a disposizione per un corretto riconoscimento e per la gestione dei sintomi
04 Giugno 2020Introduzione
Sin dai primissimi momenti dell’emergenza Covid-19 sono state condotte delle ricerche sulla salute psico-fisica degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare la pandemia.
Tra queste, una ricerca del centro EngageMinds HUB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha evidenziato come molti professionisti abbiano da subito mostrato i sintomi della cosiddetta Sindrome del Burnout.
Nel
presente articolo analizzeremo la Sindrome del Burnout e forniremo
indicazioni sugli strumenti a disposizione per un corretto
riconoscimento e per la gestione dei sintomi.
1. Che cos’è il Burnout
Il Burnout è una sindrome psicologica multifattoriale di stress lavoro-correlato, tipicamente riscontrabile nelle professioni di aiuto.
Il termine inglese “burnout” significa letteralmente “bruciarsi, esaurirsi, avere un crollo” ed è stato introdotto per la prima volta nel 1974 quando lo psicologo tedesco Herbert Freudenberger descrisse i sintomi di esaurimento fisico ed emotivo degli operatori di un istituto psichiatrico.
A partire dalla pubblicazione di Freudenberger, l'interesse rivolto al fenomeno del Burnout professionale è progressivamente aumentato.
L’elevato rischio di Burnout può riguardare tutte le professioni ma, in maniera peculiare, colpisce le cosiddette “professioni di aiuto” (operatori sanitari, medici, infermieri, professionisti della salute mentale, ecc.).
Queste professioni, infatti, si rapportano frequentemente con la sofferenza umana, la malattia e la morte. Inoltre tendono a venire idealizzate per il loro ruolo e caricate di una serie di aspettative che comportano un aumentato rischio di stress e dunque di Burnout.
Altre categorie professionali che possono essere particolarmente esposte al rischio di Burnout sono quelle relative ai ruoli educativi (insegnanti), assistenziali (operatori e assistenti sociali) e professionisti dedicati alla tutela della collettività (forze dell’ordine).
Il Burnout si esprime in una costellazione di sintomi da stress-lavoro correlato cronico che si sviluppa laddove il carico emotivo associato alla mansione determina esaurimento psico-fisico, depersonalizzazione e apparente depressione.
Lo stress lavoro-correlato è stato riconosciuto nel 2004 come un rischio connesso all’ambiente di lavoro e pertanto oggetto di prevenzione, a causa della sua natura nociva per le condizioni psico-fisiche dei lavoratori.
Attualmente la Sindrome del burnout non trova collocazione in nessun riferimento classificatorio: né l’ICD-10 (International Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death, decima edizione) né il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione) hanno formalizzato i sintomi all'interno di una diagnosi ufficiale.
Ciononostante, dal punto di vita medico-legale, il Burnout e lo stress lavoro-correlato sono disciplinati da una normativa (D.Lgs 81/2008). Pertanto il Burnout viene considerato una malattia professionale tutelata dall’INAIL (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro).
2. I sintomi del Burnout
In generale il Burnout emerge come esito di una situazione lavorativa connotata da prolungato e cronico Stress lavoro-correlato.
Lo Stress lavoro-correlato implica che una situazione professionale venga soggettivamente percepita come impegnativa, estenuante e logorante al punto di sentire di non possedere le risorse (interne e/o esterne) per farvi fronte.
Per diverse ragioni, emerge una difficoltà di adattamento tra la persona e il lavoro svolto. Ciò può riguardare la sfera individuale del singolo lavoratore ma anche un gruppo, una divisione organizzativa e/o un ente istituzionale nel suo complesso.
Alcuni fattori coinvolti nello sviluppo di una Sindrome del Burnout sono:
sovraccarico lavorativo (reale o percepito) rispetto alle risorse a disposizione
ritmi di lavoro eccessivi
scarso controllo nella propria attività lavorativa
mancanza di autonomia e di potere decisionale
carenza di gratificazioni e di riconoscimento
assenza di equità tra lavoratori
scarsa remunerazione
impossibilità di uno sviluppo di carriera
impossibilità di confronto e di relazione con i propri colleghi e/o superiori
Il deterioramento e l’esaurimento tipici del Burnout riguardano diversi aspetti della vita personale e lavorativa, pertanto possono portare l'individuo a manifestare i seguenti sintomi:
esaurimento fisico ed emotivo, stanchezza
sintomi riconducibili alla sfera depressiva come difficoltà di concentrazione e di attenzione, inappetenza, alterazione del tono dell’umore
elevati livelli di di stress
ansia, agitazione e irritabilità
rigidità del pensiero, sospettosità, ideazione paranoide
alterazioni del sonno
depersonalizzazione e de-realizzazione, ossia perdita di contatto con sé stessi e/o con il mondo esterno
calo della motivazione, senso di distacco emotivo e cinismo
Come conseguenza di una condizione di Burnout possono insorgere anche disturbi organici, come disturbi cardiovascolari e gastrointestinali. Inoltre, i sintomi del Burnout possono dar vita a una serie di comportamenti di consumo (alcol, caffè, tabacco) e di isolamento sociale.
Gli effetti del Burnout riguardano quindi la salute psico-fisica della persona, ripercuotendosi sul contesto lavorativo, sociale e familiare.
Nel lungo periodo, il Burnout può trasformarsi in Disturbo dell’adattamento o in Disturbo post-traumatico da stress, che possono andare a configurare una condizione cronica aumentando il rischio suicidario.
3. Sindrome del Burnout e Covid-19
Durante l’emergenza Covid-19, l’INAIL ha riconosciuto l’incrementato rischio, per gli operatori sanitari, di sviluppare i sintomi del Burnout, a causa della loro esposizione quotidiana a una situazione emergenziale senza precedenti.
L’istituto ha infatti segnalato la complessità della situazione, che ha posto gli operatori nella condizione di dover convivere con il timore del contagio reciproco con i pazienti, il timore per la propria vita e lo stigma sociale conseguente alla loro estrema esposizione al virus.
Durante le prime settimane dell’emergenza, EngageMinds HUB (centro di ricerca multidisciplinare presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore) ha intrapreso una ricerca sugli effetti della pandemia sugli operatori sanitari coinvolti in prima linea nella gestione dell’emergenza.
Nello studio sono stati coinvolti circa 1150 operatori (medici, infermieri e professionisti affini) e 575 medici provenienti da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna (le regioni più colpite durante il picco critico della pandemia).
Dalla ricerca è emerso che gli operatori mostravano i sintomi tipici del Burnout, con elevati livelli di preoccupazione, stress e tensione muscolare, sintomi di irritabilità, insonnia, palpitazioni, affaticamento psico-fisico, ansia e depressione.
Secondo Serena Barello, referente dello studio, la ragione di questi sintomi è attribuibile al fatto che gli operatori sanitari hanno da subito dovuto interfacciarsi con una situazione molto più complessa, imprevedibile e rischiosa del solito.
Trattandosi di professionisti della salute, abitualmente esposti a questo genere di stress, possono infatti esprimere una condizione psico-fisica di estrema vulnerabilità al Burnout, con possibili ripercussioni nel lungo periodo.
In questa situazione gli operatori sanitari hanno lavorato in condizioni di estremo di stress, disponendo di scarse risorse e sottoponendosi a turni intensivi.
Il carico di lavoro si è estremamente innalzato, l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale ha richiesto una certa sopportazione fisica e la gestione stessa dell’emergenza ha imposto dei cambiamenti nel rapporto con i colleghi e con i degenti.
Un’ulteriore aggravante è data dallo stigma sociale connesso alla quotidiana esposizione al virus, che fa percepire gli operatori sanitari come veicoli del virus contagiosi.
Inoltre, nei mesi più estremi dell’emergenza, i professionisti della salute hanno sperimentato il distanziamento dai propri cari, dato dalla necessità di soggiornare in luoghi diversi da quelli del proprio nucleo familiare.
A tal proposito, l’INAIL si è mobilitata in concerto con il CNOP (Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi) ed ha predisposto un documento appositamente dedicato alla gestione e prevenzione del Burnout nell’emergenza Covid-19.
4. Interventi per il Burnout
Gli esperti suggeriscono che la gestione e la risoluzione del Burnout sia ad ampio spettro, dedicata tanto alla sfera lavorativa quanto a quella individuale.
Come accennato, lo stress lavoro-correlato e il Burnout sono inclusi tra i rischi che vengono valutati per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per questo motivo, nel contesto organizzativo, l’intervento sarà dedicato alla promozione di tutte quelle condizioni che contribuiscono ad incrementare la soddisfazione e il benessere lavorativo.
Alcuni interventi possono riguardare:
la riorganizzazione del lavoro, delle mansioni e dei turni
il riconoscimento di un maggior grado di autonomia del lavoratore nello svolgimento delle attività
la profilazione dei ruoli e delle responsabilità di tutti i colleghi
la definizione chiara degli obiettivi da raggiungere
la promozione di una maggior trasparenza all'interno dell’azienda
la creazione di uno spazio di ascolto e confronto sui bisogni professionali dei lavoratori.
l’offerta di opportunità formative e di aggiornamento professionale
Sul piano personale, la presenza di una rete di sostegno sociale ed emotivo può costituire una valida risorsa per la persona che vive (o è a rischio) di Burnout. È infatti fondamentale avere la possibilità di condividere con gli altri il proprio vissuto, sia sul piano personale che professionale.
In generale, in presenza di sintomi acuti o di una cronicizzazione degli stessi, è consigliabile rivolgersi ad un professionista che possa formulare un intervento con il singolo individuo, allo scopo di trattare i sintomi più pervasivi e invalidanti.
Tra gli interventi esistenti, il protocollo Mindfulness (Mindfulness Based Stress Reduction, MBSR) di Jon Kabat-Zinn costituisce una tecnica basata sul conseguimento della consapevolezza e dell’accettazione dei propri vissuti (tanto positivi quanto negativi).
La tecnica consente di stabilire un contatto con sé stessi e con il momento presente, osservando la propria esperienza su un piano cognitivo, emotivo e corporeo, pervenendo ad uno stato di calma non giudicante.
L’obiettivo conclusivo è riuscire a generalizzare questo atteggiamento alle diverse situazioni di vita, pervenendo ad un maggior stato di benessere psico-fisico.
L’efficacia del protocollo Mindfulness ha trovato riscontro in diversi ambiti, tra cui la gestione dei sintomi tipici del Burnout come insonnia, ansia, alterazioni dell’umore, tensione e irritabilità. Per un intervento ad hoc per l’emergenza Covid-19 si rimanda al documento pubblicato da INAIL.
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Coronavirus/ Università Cattolica: 7 operatori sanitari su 10 colpiti da burnout, Il Sole 24 ore
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Coronavirus, sindrome di burnout in 7 operatori sanitari su 10 coinvolti nell’emergenza, Sky Tg24, maggio 2020