Il coping: significato, strategie e risorse
Il concetto di coping si riferisce al modo in cui le persone rispondono e fronteggiano situazioni avverse e sfidanti
08 Luglio 2020Il
concetto di coping si riferisce al modo in cui le persone rispondono e
fronteggiano situazioni avverse e sfidanti. In questo articolo
approfondiremo questo argomento, esplorandone significato, strategie, teorie e
risorse.
In questo articolo:
1. Cos’è il coping?
2. Il Coping e la teoria cognitivo-transazionale di Lazarus e Folkman
3. Quali sono le strategie di coping?
4. Quali risorse di coping attivare?
5. Coping, resilienza e antifragilità
Cos’è il coping?
Il termine "coping", tipicamente associato al concetto di stress, deriva dall’inglese to cope with e significa “fronteggiare, reagire, resistere, gestire”.
Come
affrontato nel nostro articolo dedicato allo stress (Stress: sintomi e rimedi),
lo stress è l’esito di un processo di valutazione (appraisal)
ed emerge nel momento in cui le richieste esterne (ambiente) e/o interne (della
persona) mettono a dura prova le risorse dell’individuo.
A
partire dalla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, il coping è
stato concepito come una risposta a eventi stressanti/negativi esclusivamente
esterni.
In
seguito, si è affermata maggiormente l’idea che il coping (e quindi anche lo
stress) si volgesse tanto agli stressor del mondo esterno quanto
a quelli del mondo interno.
Il
coping è oggi considerato un processo adattivo e dinamico, in quanto si
esprime nell’interazione e influenza reciproca tra individuo e ambiente.
Il Coping e la teoria cognitivo-transazionale di Lazarus e Folkman
La più nota formulazione teorica sul coping e sullo stress è quella proposta da Lazarus (1974), poi rielaborata con Folkman nel 1984.
La
loro teoria cognitivo-transazionale considera lo stress come esito della
transazione tra variabili ambientali e personali, mediate da valutazioni
cognitive (appraisal).
Secondo gli autori, il coping costituisce quindi un processo adattivo dato dagli sforzi operati per gestire le richieste del contesto.
Le
persone interpretano quindi gli eventi in modo immediato ed è principalmente
questa valutazione cognitiva dell’evento, piuttosto che l’evento in sé,
a innescare o meno una reazione.
Si
possono distinguere due momenti del processo di valutazione cognitiva:
1.
durante l’appraisal primario
si opera una prima valutazione rispetto al significato di un evento,
interpretato come rilevante o meno per il proprio benessere e i propri scopi;
2. nell’appraisal secondario, invece, si valutano le modalità con cui far fronte alla situazione, esaminando le risorse e le opzioni di cui si dispone.
Queste
“modalità” sono definite strategie di coping e fanno riferimento
all’insieme di sforzi cognitivi e comportamentali finalizzati alla gestione
e al controllo dell’evento stressante.
Modificare
in un secondo momento il significato attribuito all’evento è definito reappraisal.
Esso
può avere due accezioni: da un lato si configura come una nuova valutazione
dell’evento in seguito alla strategia di coping utilizzata, dall’altro può
essere esso stesso una forma di coping, teso a modulare l’impatto emotivo delle
situazioni stressanti.
Quali sono le strategie di coping?
Il
concetto di coping ha diverse declinazioni. Infatti, parlando di
strategie di coping si fa riferimento alle modalità con cui le persone
affrontano le diverse situazioni.
Dall’altro
lato, le risorse di coping costituiscono tutte le possibilità a cui è possibile
affidarsi per gestire la situazione stressante.
Infine,
quando si parla di stili di coping, si fa riferimento a modalità più
stabili con cui la persona affronta tipicamente le avversità, le
modalità di coping che caratterizzano il suo stile personale.
Alla luce della teoria di Lazarus e Folkman, è possibile distinguere due diverse strategie di coping:
· Problem-focused coping o strategia focalizzata sul problema, per cui la persona esplora le proprie capacità di affrontare e dominare l’evento, compiendo delle azioni per intervenire direttamente sul problema;
· Emotion-focused
coping o strategia centrata sull’emozione, ovvero tentativi
regolativi di modificare l’impatto emozionale negativo dell’evento.
Le
strategie di coping sono, dunque, le modalità che definiscono il processo
di adattamento alla situazione stressante. Tuttavia,
esse possono assumere una valenza funzionale o disfunzionale.
Se
la strategia è funzionale, può mitigare e ridurre la portata stressogena
dell’evento, se invece è maladattiva può aggravare la situazione.
Affinando
il contributo di Lazarus e Folkman, Endler e Parker (1990) hanno aggiunto
una terza strategia di coping: Avoidance coping o strategia
centrata sull’evitamento e rappresentata dal tentativo di ignorare
la minaccia o distanziarsene con espedienti sociali o distraenti.
Quali risorse di coping attivare?
Diversi studi hanno identificato alcuni presupposti psicologici utili sia come strategie di coping che come risorse di coping:
· ottimismo, ossia coltivare aspettative di buon esito nelle situazioni e nelle difficoltà
· senso di padronanza (mastery), dato dalla percezione di poter esercitare un certo controllo e regolare i propri stati mentali e comportamenti. È collegato alle convinzioni di autoefficacia.
· buona autostima
·
supporto sociale, definito come la
percezione di essere apprezzati e di far parte di una rete sociale su cui far
affidamento.
Queste
risorse di coping connoterebbero l’individuo resiliente, ossia la persona in
grado di superare le difficoltà e trarne un arricchimento in termini di risorse
e crescita personale.
Coping, resilienza e antifragilità
La
definizione e le caratteristiche del coping potrebbero sembrare molto
vicine al concetto di antifragilità. Pur avendo diversi elementi in
comune, questi costrutti sono però distinti, in quanto le strategie di coping
si inseriscono nel più ampio fenomeno della resilienza.
La
resilienza costituisce infatti la capacità di affrontare e superare gli eventi
stressanti, continuando ad incrementare le proprie risorse e riorganizzando
positivamente la propria esperienza.
L’evento
stressante viene quindi affrontato e superato efficacemente, mentre il concetto
di coping rimanda alla messa in atto di strategie nel tentativo di far
fronte all’evento, con la possibilità che queste non portino a una
risoluzione positiva (coping funzionale e disfunzionale).
Il
più recente e innovativo costrutto di antifragilità rappresenta, invece, la
capacità di fronteggiare l’imprevedibile, traendo vantaggio proprio grazie
agli eventi negativi e all’incertezza (per approfondimenti leggi
l'articolo Antifragile: la nuova leadership
evolutiva)
È
proprio di antifragilità che si parla in relazione al difficile periodo della
pandemia da Covid-19.
Bibliografia
· Resilienza, State of Mind
· Virginia Valentino, Il ruolo delle strategie di coping nella psicopatologia, State of Mind, marzo 2019
· Taylor, S. E., & Stanton, A. L. (2007). Coping resources, coping processes, and mental health. Annu. Rev. Clin. Psychol., 3, 377-401.
· Markey-Towler, B. (2018). Antifragility, the Black Swan and psychology. Evolutionary and Institutional Economics Review, 15(2), 367-384.
https://alleyoop.ilsole24ore.com/2020/04/23/antifragili/